Rieccoci qui. Si spera che abbiate passato delle vacanze rilassanti e che abbiate riflettuto (se siete un’associazione culturale) sulla proposta fatta dallo Stato italiano con il bando per la gestione di 13 beni di alto interesse culturale (leggi qui). La scadenza del bando si avvicina. Entro il 16 gennaio, a mezzogiorno, tutta la documentazione dovrà essere consegnata. Quindi affrettatevi!

Oggi, per l’ultima volta, presenteremo in breve uno dei beni immobili oggetto di questo bando: la Villa del Bene, a Volargne di Dolcé, in provincia di Verona.

Sulle rive del fiume Adige sorge questo complesso architettonico il cui nucleo più antico risale al XV secolo e che fu ampliato durante il XVI e il XVIII secolo. L’edificio, infatti, dapprima di proprietà di Antonio Malfatti, fu venduto da quest’ultimo a Giovanni del Bene, prelato di origine bellunese, nel 1539. Il prelato fece aggiornare le strutture al nuovo gusto tipico del secondo Rinascimento, facendo arricchire l’ingresso dell’edificio con un imponente portale bugnato, attribuito a Michele Sanmicheli, e l’interno con eleganti affreschi.

Una volta entrati dal pesante portale accediamo al primo cortile, sul lato nord, dove sorge l’edificio più antico. Un arco immette in un secondo cortile decorato di un portico a pilastri bugnati e sovrastato da una torre colombaia. All’esterno le scuderie settecentesche affacciano sugli ampi terreni circostanti. In questo luogo furono ospitati numerosi prelati che parteciparono al Concilio di Trento, cuore pulsante della politica ecclesiastica del XVI secolo.

La Villa del Bene è stata espressamente riconosciuta di interesse storico artistico nel lontano 1926, ma ancora oggi è alla ricerca di una gestione che la valorizzi.

Ultimamente, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Verona, Rovigo e Vicenza, che la gestisce, ha fatto realizzare i restauri dei magnifici affreschi attribuiti a Domenico Brusasorzi, Nicola Crollalanza e Bernardino India.

Una villa che non ha niente da invidiare alle vicine ville palladiane e che speriamo riceva presto il giusto riconoscimento pubblico.

Angelo De Grande -ilmegafono.org