Si chiamano UltraviXen e il loro nome si richiama a un famoso film (“Vixen”) di Russ Meyer, regista americano poco adatto al cineforum del catechismo. Un bell’indizio quello del nome, che rimanda a esagerazioni in salsa yankee. In questo caso, però, la salsa è catanese, anzi, data la città, siamo di fronte a un gustoso (per chi piace) pezzo di carne equina. E forse il paragone non è neanche troppo velleitario.

Sicuramente gli UltraviXen non sono pop. Un po’ strafottenti nei testi (come piace a Giorgio Canali), belli incazzati e carichi nel sound, sfornano un rock intenso e ben costruito. Hanno il grande pregio di non perdersi in virtuosismi musicali che, a volte, risultano gelidi come una mattina di dicembre a Reykjavik. Tutt’altro: ci sono un bel ritmo caldo e una gran bella voce calda che li rende adattissimi per un concerto al chiuso, di quelli indiavolati e poganti.

Di energia ne hanno a pacchi e non ce ne accorgiamo solo noi. Il loro “Il Riskio – remix” ha visto la collaborazione di nomi importanti della scena indipendente italiana: da Xabier Iriondo degli Afterhours a Bologna Violenta. Inoltre, possono vantare di aver dato la sigla ai mondiali di mountain bike su Sky. Non male per questi ragazzi siculi.

Allora caricatevi a pallettoni con Velluto nero e Fino all’ultimo respiro. Se però volete un consiglio, ascoltate subito Aguzzina e beccatevi anche il video che aggiunge al brano un 50 per cento di carica facile. Godetevi la loro grinta e spegnete per un attimo il buonismo musicale di X Factor.   

Penna Bianca -ilmegafono.org