Ogni tanto lo spavento torna e crea ansia e un bel po’ di rabbia, ma poi, per fortuna, tutto rientra e la notizia tanto attesa arriva anche stavolta: Telejato non chiuderà. La tv del nostro amico Pino Maniaci, della sua famiglia e della sua redazione dalla schiena dritta è salva. Ad assicurarlo è stato, con una nota, il ministero dello Sviluppo Economico, smontando così un caso che stava nuovamente chiamando alla mobilitazione, in tutta Italia, i tantissimi sostenitori di questa emittente siciliana, baluardo dell’informazione libera e antimafiosa. La notizia del nuovo rischio chiusura di Telejato era rimbalzata in rete nelle scorse settimane ed aveva subito fatto scattare l’allarme, esattamente come era avvenuto qualche anno fa (leggi qui), quando la normativa sull’assegnazione delle frequenze minacciò lo “switch off” della tv di Maniaci.

All’epoca furono numerosi gli appelli, le petizioni, le proteste, le iniziative in tutta Italia per chiedere al governo di salvare Telejato e non mettere il bavaglio a questa voce importante del giornalismo italiano (la vicenda si concluse positivamente). Anche questa volta, a migliaia erano pronti a dare battaglia, spinti inoltre dal forte sospetto che Pino Maniaci stesse pagando il prezzo delle inchieste coraggiose realizzate dalla sua redazione, prima fra tutte la vicenda che coinvolge la Sezione di Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, relativa alla gestione dei beni confiscati alla mafia. La minaccia di “switch off”, in questa occasione, aveva però del paradossale.

In poche parole, tutto nasceva dall’ipotesi di spegnimento dell’impianto di Monte Bonifato (nei pressi di Alcamo), quello che trasmette il segnale di Telejato, poiché colpevole, secondo quanto sancito dal ministero delle Comunicazioni, di interferire con il segnale di Malta. Un dato però contrastante con i precedenti rilievi ministeriali che affermavano che l’interferenza non provenisse da impianti della Sicilia occidentale, bensì da altri siti nella parte orientale dell’isola. In questo inatteso caos, alla fine, è stata la nota del ministero dello Sviluppo Economico a mettere ordine affermando che “Telejato non dovrà chiudere perché non è direttamente interessata dalla procedura di rottamazione delle frequenze, in quanto trasmette da un impianto nella parte Nord della Sicilia che non interferisce con Malta”.

“Non serve un’inchiesta particolarmente approfondita – continua la nota – per scoprirlo: basta leggere la delibera Agcom e il decreto ministeriale che lo stabiliscono”. Un’ottima notizia, che troverebbe conferma anche in una rassicurante telefonata del sottosegretario Antonello Giacomelli a Pino Maniaci. Il pericolo, dunque, sembra definitivamente scongiurato, ma è chiaro che la confusione burocratica attorno al destino di Telejato lascia qualche perplessità. A voler pensar male, si potrebbe immaginare che qualcuno stia cercando di spaventare Pino e la sua redazione, di mettergli pressione cominciando dalle paventate incertezze sul futuro dell’emittente di Partinico.

Insomma, a esser maligni, sembra quasi che, tra notizie sulla chiusura di Telejato e altre su presunte indagini nei confronti di Pino Maniaci, a cui si sarebbe addirittura accennato in Commissione Antimafia, qualcuno voglia far capire a Pino chi comanda e quale potrebbe essere il prezzo di certe sue inchieste, della sua “spregiudicata” voglia di toccare interessi che fino a poco tempo fa apparivano intoccabili.

Telejato è fastidiosa, cocciuta, ostinata, ha al contempo la serietà del metodo di inchiesta e la forza dirompente dell’ironia, ha un volto simbolo e tante gambe, braccia, menti che lavorano sul posto e tante altre che la sostengono e incitano da lontano, da ogni città e regione italiana, ma anche dall’estero, grazie al potere sconfinato della rete. Telejato è una minaccia per chi vorrebbe il silenzio sui fatti siciliani, su quell’area dell’isola nella quale si muovono interessi elevati e personaggi di rango.

Telejato è informazione pura e, contemporaneamente, bandiera di legalità amata proprio per quella purezza, per il senso del dovere, per l’autonomia editoriale, dote rara o forse unica nel contesto nazionale. A noi piace per questo e la vogliamo sempre così, libera, attiva, sul campo. Su quella frequenza che è il frutto di una lunga battaglia che abbiamo sostenuto e per la quale ha ottenuto una concessione ventennale. Ce lo vogliamo godere a lungo un giornalismo così. Telejato, noi, la vogliamo sempre accesa. Con Pino che saluta, denuncia, si incazza, ride e scherza. Come ogni giorno. Come quel giorno che insieme celebreremo la cattura di “Matteo Messina Soldino”.

Massimiliano Perna –ilmegafono.org