Tag: giulio cavalli

I dolori dell’antimafia al tempo degli avvoltoi

Il movimento antimafia è in pieno subbuglio. Si è aperto un solco doloroso in un campo già minato da tensioni e pericoli, in un momento così difficile che solo ad immaginarne i possibili sviluppi vengono i brividi. Da un lato i casi shock di Rosy Canale e del sindaco Girasole, in Calabria, dall’altro le parole durissime del prof. Nando Dalla Chiesa, il quale, da fine dicembre

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La verità da difendere e proteggere, monito e speranza per il 2014

Ci siamo. Mancano ormai pochissimi giorni all’arrivo del 2014 e il Megafono, anziché andare in vacanza, si ripresenta col consueto appuntamento di fine anno. Un appuntamento che si è trasformato in una vera e propria tradizione e che ha come obiettivo principale quello di voler ricordare, a tutti i lettori, ciò che è accaduto nel corso dell’anno che sta per concludersi. Ma da dove

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Bonaventura: “Io, condannato a morte, ho rifiutato di ritrattare”

Termoli, provincia di Campobasso, la città dalla quale Luigi Bonaventura, ex reggente della cosca Vrenna-Bonaventura di Crotone, oggi collaboratore di giustizia dopo un percorso passato preventivamente da una dissociazione volontaria che gli è costata due attentati ad opera della sua famiglia, denuncia quello che non va nella gestione del suo caso personale e, in generale, nel sistema di protezione che la legge prevede per chi

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Il collaboratore Bonaventura: “La ʼndrangheta non sa cosa sia lʼonore”

Cresciuto allʼombra della malapianta, di cui già giovanissimo è divenuto un ramo importante, Luigi Bonaventura, ex reggente della potente cosca Vrenna-Bonaventura di Crotone, oggi, dopo la sua scelta di parte, è un collaboratore di giustizia, definito altamente affidabile, uno che con le sue dichiarazioni ha consentito numerosi arresti e contribuito a tante operazioni e ad importanti inchieste contro le ʼndrine. Bonaventura è un collaboratore che

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Perché Giulio è vivo ed è ancora sotto tiro

In una nazione normale, pur in presenza di una anomalia gigantesca, come l’avere quattro mafie autoctone radicate nel proprio territorio, le istituzioni e le persone dotate di onestà e dignità dovrebbero opporsi, compatte, alla criminalità, rifiutarne le logiche, non accettarne le eventuali convenienze, farle terra bruciata intorno per impedire ai semi marci di far sbocciare la malapianta. In un Paese normale, in nome di tale unità

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Non assolto, ma prescritto: salviamo la verità dalla retorica

C’è un linguaggio che è più pericoloso di mille pistole puntate contro. È il linguaggio della disinformazione che, soprattutto quando si parla di mafia, rischia di avere un effetto violento sulla memoria e dunque sulla consapevolezza presente e futura di una nazione, della sua classe dirigente e della sua cittadinanza. In tanti, da tempo, temevano quello che sarebbe avvenuto dopo la morte di Giulio Andreotti

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Nessuno è “libero” di diffamare

C’è giornalismo e giornalismo. Ci sono notizie che hanno il rango necessario per esser definite tali e poi ce ne sono altre che appartengono alla dimensione fangosa della falsità, della sofisticazione di una realtà che viene sventrata, deformata ed esposta al volgare appetito di chi ha bisogno, per una volta, di puntare il dito su altri per cercare di alleggerire il peso delle proprie vergogne

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