Al giorno d’oggi si parla spesso di politici e amministratori locali collusi con la criminalità organizzata e il dato che ne viene fuori mette in evidenza un trend in continua crescita. Purtroppo, la routine che siamo costretti ad accettare sembra irrefrenabile e ormai non passa giorno senza che notizie del genere riempiano le pagine dei nostri quotidiani o i servizi dei telegiornali. Per fortuna, però, bisogna anche ammettere che oltre ai politici di malafede, gli amministratori collusi con la mafia e tanto altro ancora (in poche parole: i famosi colletti bianchi), vi sono anche coloro che lavorano per il bene della propria comunità con dignità e coraggio. Il lato negativo di tutto ciò (è ovvio che ce ne sia almeno uno) è che tale sforzo costringe numerosi di questi politici onesti d una vita sotto scorta, poiché costantemente minacciati di morte. Stiamo parlando, in definitiva, di una realtà che, nonostante faccia fatica ad emergere, esiste e ha bisogno d’aiuto.

L’annuale rapporto stilato dall’Associazione Avviso Pubblico a proposito delle intimidazioni subite dagli amministratori locali ha registrato, nell’anno 2013, un incremento enorme di casi: sono ben 351 (ovvero quasi uno al giorno) e tutti di diverso genere, tra cui minacce fisiche, lettere minatorie, aggressioni e così via. Una vera e propria escalation di violenza che ha coinvolto praticamente quasi tutte le regioni d’Italia e che ha l’unico obiettivo di contrastare e fermare l’azione di quei sindaci e di quei consiglieri che hanno deciso di dire no alla mafia e agli interessi delle cosche.

Secondo il rapporto appena citato, nel 2013 si è avuta una crescita dei casi pari al 66% rispetto al 2010 e tale crescita ha coinvolto l’intero Paese. Ancora una volta, quindi, ci troviamo di fronte a una chiara ed evidente dimostrazione del fatto che il problema della criminalità organizzata non è esclusivamente meridionale. La regione col più alto tasso di casi di minacce è la Puglia (75), mentre Sicilia e Calabria seguono subito dopo. Al Centro è invece il Lazio a essere maggiormente colpito, con ben 15 casi (rispetto ai 5 del 2010) e un incremento del 60%. Al Nord, infine, la situazione non sembra delle migliori: i casi di minacce sono 12 e le regioni maggiormente a rischio sono il Piemonte e la Lombardia.

Da Nord a Sud, insomma, è evidente che esiste una schiera di politici perbene che compiono il proprio dovere, ma proprio per tale ragione (questo è il triste paradosso della nostra nazione), sono coloro che più hanno bisogno di sostegno e solidarietà, di forza e di vicinanza da parte delle istituzioni maggiori e della società in generale. Perché il rischio, al di là delle intimidazioni, è che lo Stato, come spesso ha fatto, si dimentichi di loro e li lasci soli in balìa dello strapotere mafioso.

“In Italia”, ha affermato Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico, “esistono ancora persone che praticano la politica come servizio per il bene comune” e nonostante le difficoltà e le intimidazioni subite, “vanno avanti”. È per tale motivo che “non devono essere lasciati soli, ma vanno protetti e tutelati”. Dello stesso parere è Pino Masciari, l’imprenditore e testimone di giustizia calabrese, il quale ha definito il rapporto “veramente preoccupante”, prestando poi molta attenzione al fatto che “le mafie fanno affidamento sulla paura” e che un totale abbandono da parte delle istituzioni rischia di distruggere anni di sacrifici. “Non possiamo più permettere – ha detto – che questo accada. Noi siamo molti di più. Dobbiamo reagire, non è più il tempo dell’indifferenza, non ce lo possiamo permettere”.

Proprio così: il tempo dell’indifferenza è scaduto, una reazione deve avvenire e deve coinvolgere lo Stato intero. Così come numerosi sindaci e amministratori locali sfidano la prepotenza della criminalità organizzata rischiando persino la vita, allo stesso modo i cittadini dovrebbero armarsi di onestà e dignità e dire no ai continui soprusi messi in atto dalla mafia e soprattutto ai sistemi di convenienza. Sì, è vero, tutto ciò sembra difficile, quasi impossibile. Un’utopia. Ma finché resterà tale, non potremo definirci del tutto liberi da quel male che ci opprime in maniera incondizionata.

Giovambattista Dato -ilmegafono.org