È un nuovo inizio quello dei Santamuerte, nome latino ma origine italiana, più precisamente pugliese. Il loro primo album full-lenght (dopo l’ep del 2014), prodotto da MiaCameretta Records e VDSS Records, è un disco pulsante, vivo, caratterizzato da un rock punk irriverente. “Big black sister”, questo il titolo, stupisce sin dalla prima traccia e tale stupore resta intatto per tutti i trenta bellissimi minuti che lo compongono.

Un lavoro che unisce, all’accattivante andatura della bit generation (come in Raining for three days e in We cook snakes tonight), i cori e le schitarrate rivoluzionarie, dalla faccia pulita e dai capelli pettinati, dei primi Beatles (come in Frank Abagnale), riuscendo a riunire, in poche tracce, anche l’anima più immortale dei Rolling Stones. In Age of sorrow e Back to Mexico ci portano perfino in sella alla nostra vecchia Harley, in un liberatorio viaggio di chi, come direbbe qualcuno, è “born to be wild”.

Ci offrono anche il blues e il garage rock, riportandoci indietro ai mitici Sex Pistols (come nella già citata Raining for three days), e poi ancora urla e una chitarra da domare che ci fanno fare un balzo fino alla soglia degli anni Novanta, con una Stay at home dannatamente garage, dannatamente nelle corde dell’immortale Kurt Cobain.

Intimissimi e cupi, nel brano Pigeons riescono anche a toccare l’anima nera del rock, con un suono garage quasi ipnotizzante e con un rumore di sassi e chitarre elettriche quasi metal che ci risvegliano dal torpore, che ci spingono  la faccia nella terra arsa. Chitarre che si accendono come in una tempesta di sabbia e tolgono il fiato, per poi ritrovare di nuovo pace e silenzio.

Non mancano nemmeno il rockabilly (Celebrity party) e le tipiche distorsioni garage e post rock (On the knees):  in questo album c’è davvero tutto il meglio di mezzo secolo che ha sconvolto e fatto ballare intere generazioni. Da incalliti rocker nostalgici, siamo certi che questo disco farebbe molto bene a chi non è nato nel segno del rock e anche a chi vorrebbe ancora avere l’energia folle dei vent’anni per scatenarsi e pogare fino all’alba. 

I Santamuerte sono insomma capaci di farci ripercorrere i tempi migliori. In 30 minuti della loro musica troviamo tutto quel che bisogna amare del rock! Il loro è un disco davvero ben fatto. Speriamo che possano continuare a portare avanti il caleidoscopico sogno rock, con mille facce ma con una sola grande missione: mettere in crisi le certezze, farci spettinare i capelli e muovere le gambe!

Per ascoltare il singolo Back to Mexico clicca qui.

FrankaZappa -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Big black sister”