Nonostante i giorni bui che stiamo vivendo e attraversando; nonostante la paura che è presente nell’aria e fa temere il peggio, l’obiettivo di tutti noi è sempre lo stesso: andare avanti. Malgrado tutto, bisogna continuare a vivere come abbiamo fatto sino a oggi e non dimenticare le battaglie che stiamo conducendo. Ecco perché questa settimana vogliamo parlare di una iniziativa tenutasi sabato scorso e di cui, per ovvie ragioni, è passata in secondo piano.

Ci riferiamo alla manifestazione #rompereilsilenzio, a sostegno di Nino Di Matteo, magistrato palermitano che vive sotto sotto scorta, in quanto destinatario delle pesanti minacce della mafia che, secondo quanto affermano numerosi collaboratori di giustizia, progetta un attentato nei suoi confronti, attentato per il quale sarebbe già pronto il tritolo. Di Matteo, come è noto, è uno dei magistrati che si occupa, tra le altre cose, della famosa trattativa Stato-mafia e oggi sta pagando un prezzo fin troppo elevato, ovvero il totale abbandono da parte delle istituzioni.

In Italia, come spesso accade, chi cerca di sconfiggere la criminalità organizzata e di scoprire la verità, toccando i livelli più alti, si trova a vivere in condizioni simili: le istituzioni si allontanano, lo Stato in sé sembra sordo, incapace di ascoltare e raccogliere le richieste di aiuto e sostegno; l’opinione pubblica in gran parte si disinteressa e l’individuo si ritrova da solo, stanco e amareggiato, contro un mostro potentissimo composto da mafia e pezzi dello Stato. 

Proprio per questo motivo, cittadini e movimenti come “Agende Rosse” (guidato da Salvo Borsellino, fratello di Paolo) e “Scorta Civica” sono scesi in piazza, lo scorso sabato, a Roma, per dimostrare che c’è ancora chi ha il coraggio di dire no alla mafia, alle ingiustizie, alla complicità di Stato, ma soprattutto per mostrare tutto il proprio appoggio e la propria solidarietà a uno degli uomini più esposti e minacciati d’Italia. Nonostante la giornata di shock, a causa dei fatti di Parigi, la partecipazione ha superato le attese. Un “fiume di gente”, scrive Lorenzo Baldo sul sito 19luglio1992.com, che non si è tirata indietro nonostante il pericolo terrorismo e il silenzio totale dei mass media.

Numerosi sono stati anche i personaggi di primo piano che, seppur non presenti fisicamente alla manifestazione, hanno dimostrato pieno sostegno al magistrato siciliano. Da Don Ciotti, presidente di “Libera”, che si è più volte soffermato sul coraggio di Di Matteo e sul fatto che bisogna “camminare e gridare insieme da che parte stiamo”, che è quella della “trasparenza, della dignità e dell’onestà”, al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, oltre a giornalisti come Saverio Lodato e Giulietto Chiesa e al presidente del Senato, Pietro Grasso.

Insomma, un fiume di gente ha deciso di manifestare a favore della legalità, della giustizia e della verità, ma soprattutto ha dimostrato all’Italia intera che Nino Di Matteo non è e non sarà mai del tutto solo. Nonostante i silenzi pericolosi e beceri da parte delle più alte cariche dello Stato, ci sarà sempre questo “fiume di gente” che resterà al fianco del giudice palermitano e di tutti quei magistrati che ogni giorno combattono e rischiano la propria vita per un Paese migliore e libero dalle mafie.

Giovambattista Dato -ilmegafono.org