Sono settimane cruciali per la Puglia, oggetto di un nuovo progetto che rischia di minacciare il turismo e le bellezze di questa terra e in particolare del Salento. Si tratta del gasdotto trans-adriatico, conosciuto come TAP (Trans-Adriatic Pipeline) che nascerà a poche centinaia di chilometri dalla località di San Foca, dopo aver attraversato Turchia, Grecia, Albania e Mar Adriatico, con l’obiettivo di portare il gas dell’Azerbaijan in Europa.

Gli amministratori dei territori interessati sono in agitazione, basti ricordare la marcia su Bari attraverso cui i sindaci No Tap, capeggiati dal primo cittadino di Melendugno, Marco Potì, hanno dato dimostrazione della loro disapprovazione. Qualche giorno dopo è stata organizzata un’altra manifestazione dal Coordinamento interprovinciale “No Tap no fossili”, gruppo di lavoro dei Meetup del Movimento 5 stelle, alla quale hanno partecipato centinaia di persone, esibendo striscioni come “ No Tap”, “No fossili”, “Giù le mani dal nostro mare”.

A tuonare contro il progetto è stato anche il leader politico del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, tornato sul palco per parlare di quest’opera, definendola di fantascienza, senza risparmiare parole dure per il governatore della Regione, Nichi Vendola, e il premier Matteo Renzi. “La più grande forma di politica – ha affermato – è dire no a queste cazzate. Voi avete una regione in cui il vostro presidente ha sempre fatto finta di niente. Se siamo qui a fare questa battaglia è colpa sua. Non non siamo l’alternativa, stiamo solo difendendo la gente”.

Grillo ha incitato il popolo a farsi sentire e se fosse necessario a ricorrere al referendum, affinché sia la cittadinanza a poter scegliere. Inoltre, egli ha ricordato che in Puglia le risorse non mancano, vi è il sole, il vento, finora sfruttati, senza però mai produrre quanto potrebbero. Altri interventi sono arrivati dai parlamentari pugliesi, come la senatrice (anche lei grillina) Barbara Lezzi, la quale fa notare che il Salento è tra le mete più ambite in Italia e sta sviluppando sempre più innovative strategie turistiche che però diventeranno inutili a causa di progetti come questo, in zone che anche il buon senso ci mostra inadatte per tali scopi.

Oltre ai politici, anche i cittadini hanno dato vita a un comitato di protesta, chiamato No Tap. Nelle settimane scorse abbiamo assistito a un flash-mob su iniziativa di un gruppo di ragazzi di Melendugno per protestare contro il gasdotto e avanzare critiche sul percorso di realizzazione. Il loro “no” al progetto si basa sul rifiuto di un sistema di sviluppo che in realtà si propone di risolvere finte necessità, dato che dei 120 miliardi di metri cubi di gas annuo, se ne consumano solamente 69. L’alternativa proposta sono i bacini elettrici che accumulerebbero la corrente prodotta dalle rinnovabili, disponibile in ogni momento. Nel nostro Paese, invece, sembra andare tutto al contrario, dato che si punta sulla costruzione di nuove centrali a carbone o gasdotti, che hanno un forte impatto ambientale.

Nonostante il via libera da parte della commissione tecnica del ministero dell’Ambiente e da parte del ministro Gian Luca Galletti per l’approdo sulla costa adriatica, i sindaci del Salento e la Regione Puglia cercano di riaprire la partita del gasdotto, presentando la richiesta per una diversa localizzazione, poiché farlo arrivare fino a San Foca significherebbe danneggiare l’immagine che il tacco dello stivale si è costruita in questi anni. La Valutazione di Impatto Ambientale rilasciata dal ministero assicura che il tutto verrà fatto con il massimo rispetto del territorio. Ciò, visto l’andazzo italiano, non rassicura i cittadini e non basta per i sindaci, i movimenti ambientalisti e il comitato No Tap che intendono evitare l’ultima fase istruttoria prima del rilascio dell’Autorizzazione unica all’opera, cioè il passo conclusivo per poter iniziare con i lavori che minacciano di distruggere uno dei posti più belli del nostro Paese.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org