Questa settimana vi presentiamo i Parquet Courts, un gruppo che in pochi anni ha dimostrato una capacità sorprendente di creare buona musica. Dal 2010 ad oggi essi hanno presentato tre stupendi album, capaci di agitarci al punto da farci scrollar di dosso lo smog musicale che spesso siamo costretti a respirare. Andrew Savage, Austin Brown, Sean Yeaton e Max Savage, i quattro musicisti che compongono la band, hanno presentato, quest’anno, “Sunbathing Animal”.

Se in “Light Up Gold”, il loro secondo album, nasceva la certezza di aver trovato un gruppo tosto che sapeva ricreare atmosfere a cui ci avevano abituato i Sonic Youth, alternandovi talvolta il ritmo dei The Strokes, in “Sunbathing Animal” ci stupiscono, stordiscono e stendono al tappeto con tredici tracce. Si reinventano completamente e lo fanno con esperimenti musicali talvolta canzonatori, talvolta quasi animaleschi, molesti, con un ritmo irresistibile: riuscirete a seguirli per minuti interi in ogni loro indigestione musicale, senza annoiarvi mai e straordinariamente senza smettere di muovere la testa.

Forse più che le sonorità, dei Sonic Youth hanno sposato l’idea di sperimentare con gli strumenti, fino a diventare ossessivi, fino a farci l’amore. Proprio come i Sonic Youth, in Kool Thing, così i Parquet Courts si affidano al fascino e all’istinto felino di un gatto per il video ufficiale della canzone che dà il nome al disco; ma, mentre in Kool Thing il gatto è sempre tra le braccia della fascinosa Kim Gordon, nel video di Sunbathing Animal il gatto è istinto puro in appartamento, con la compagnia di un mucchio di vinili, tra i quali quello del compositore Leonard Bernstein. Un appartamento probabilmente di New York, città che accomuna tutti gli artisti finora nominati.

New York per il quartetto non resta sullo sfondo, ma anzi grazie alle note diventa presenza costante, mentre sempre più grovigli di note diventano grovigli di strade e ti inghiottono, come se d’un tratto ci si trovasse nell’ora di punta. Ed è stupido tentare la fuga, perché bisognerà tornarci sempre (Always Back in town).

Alla fine, ci ritroveremo anche noi come gatti a giocare con quest’album e scoprirlo, farci le unghie sulle parti più ruvide e prenderci le coccole quando la musica diventa seducente come in She’s Rolling o in Instant Disassembly. Se cercate il punk, per saltare da buoni felini, naturalmente troverete anche quello, ma è un punk mai stucchevole, mai scontato, come in Sunbathing Animal.

La voce di Andrew Savage in Ducking & Dodging diventa straziante e ti strappa la pace, lasciandoti tra strisce e bar senza una casa a cui tornare. Poco importa se in questo album vorrete essere gatti, veicoli, palazzi, semplici passanti o se cercherete tregua nel giardino dei debiti non pagati (Into the Garden): in ogni caso esso diventerà inesorabilmente la vostra amata e fottuta metropoli.

FrankaZappa -ilmegafono.org