Dopo Mantova e Pistoia, tocca a Palermo il titolo di Capitale italiana della cultura per il 2018. Questa iniziativa è stata introdotta con la legge del luglio 2014 sull’Art bonus e prevede l’erogazione di un milione di euro per la città vincitrice e sgravi fiscali sui progetti da realizzare.

“La candidatura – recita la motivazione – è sostenuta da un progetto originale, di elevato valore culturale, di grande respiro umanitario, fortemente e generosamente orientato all’inclusione, alla formazione permanente, alla creazione di capacità e di cittadinanza, senza trascurare la valorizzazione del patrimonio e delle produzioni artistiche contemporanee. Il progetto è supportato dai principali attori istituzionali e culturali del territorio e prefigura anche interventi infrastrutturali in grado di lasciare un segno duraturo e positivo. Gli elementi di governance, di sinergia pubblico-privato e di contesto economico, poi, contribuiscono a rafforzarne la sostenibilità e la credibilità”.

“C’è una profonda emozione, – ha dichiarato il sindaco della città Leoluca Orlando – ma devo riconoscere che è stata una vittoria di tutti perché siamo stati capaci ognuno di narrare le bellezze dei nostri territori. La cifra culturale più significativa –  ha concluso – e che rivendichiamo è la cultura dell’accoglienza. Rivendichiamo il diritto di ogni essere umano di essere e restare diverso ed essere e restare uguale”.

Belle le parole del sindaco che da anni immemori la governa, peccato che la Sicilia, e in particolare Palermo, come apprendiamo da un recente rapporto Istat, sia la regione a più alto rischio di  povertà. Che controsenso bizzarro tutto italiano: ricchi di storia e cultura tanto da premiare il capoluogo e poveri a tal punto che molti suoi abitanti non riescono ad arrivare a fine mese e dare da mangiare ai propri figli.

Speriamo che questo riconoscimento, che è una grande opportunità, sblocchi la situazione lavorativa, soprattutto nel settore dei beni culturali in Sicilia, e che Palermo diventi un esempio virtuoso per tutta la regione. 

Angelo De Grande -ilmegafono.org