È iniziata pochi giorni fa l’operazione israeliana “Protective Edge”,  ovvero una nuova raffica di raid aerei sulla Striscia di Gaza, e sono bastate poche ore per gli appelli delle agenzie umanitarie a nome della popolazione palestinese. L’Unrwa, l’Agenzia dell’Onu per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi, ha dichiarato lo stato di emergenza in tutte le cinque aree della Striscia e sta monitorando la situazione da vicino. La priorità per l’agenzia, si legge in un comunicato, rimane quella di continuare regolarmente le operazioni, anche se continua pressante la necessità di nuovi fondi.

“Gli episodi del novembre 2012 – si legge – avevano portato ad un accordo tra Hamas e Israele, mediato dall’Egitto, centrato sulla maggior sicurezza per Israele e miglioramenti generalizzati per Gaza. La calma relativa si è spezzata alla fine del 2013 e anche quel poco che ne rimaneva è stato spazzato via dal rapimento e dall’uccisione dei tre ragazzi in Cisgiordania il 12 giugno e dall’assassinio dell’adolescente di Shu’fat il 2 luglio. Soprattutto nelle ultime 48 ore, la situazione ricorda da vicino quella del novembre 2012”, prosegue la nota pubblicata il 10 luglio scorso.

Sono stati centinaia gli attacchi aerei contro la Striscia e i missili sparati da Gaza verso Israele, mentre le vittime palestinesi superano ormai il centinaio. L’Unrwa ha segnalato danni anche alle strutture gestite dall’Onu, tra cui la scuola per ragazze a Khan Younis, una clinica a nord di Rafah e una scuola maschile a Deir El Balah. Ancora una volta a pagare le conseguenze di azioni “scellerate” da parte di pochi esponenti di popoli in conflitto sono i bambini e le donne, come se il passato, con tutto il suo carico di morte e disperazione, non significasse nulla.

Un esempio di come la situazione sia ormai paradossale e fuori controllo a Gaza sono le telefonate che, secondo esponenti palestinesi, molte famiglie ricevono prima che la loro casa sia bombardata. “Siamo le forze armate israeliane. Avete 10 minuti, non uno di più, per abbandonare la vostra abitazione. Abbiamo intenzione di bombardare l’area”, dice una voce al telefono. Riagganciata la cornetta, chi risponde non ha il tempo di chiedersi se sia uno scherzo di qualche sciagurato o un reale avvertimento.

G.L. –ilmegafono.org