“Qui nel baratro tutto bene” è il titolo del primo album dei Brönsøn, gruppo formato da quattro artisti di grande esperienza, i quali nel 2013 hanno deciso di dar vita a questo intrigante progetto. I protagonisti sono Pierfrancesco Aliotta (basso), Vieri Baiocchi (batteria), Giorgio Maria Condemi (chitarre) e la cantautrice romana Lara Martelli (voce), della quale, lo scorso aprile, su queste pagine, vi avevamo parlato presentandovi il suo “Orchidea porpora”.  

Quello dei Brönsøn è un lavoro capace di mettere i brividi anche in piena estate. Li ritroviamo risucchiati in una dimensione che non lascia spazio alla speranza e al futuro, ma nel frattempo si fanno strada imbracciando egregiamente strumenti e facendo vibrare la voce e riguadagnandosi, traccia dopo traccia, la benedizione della luce e dell’ossigeno. Un percorso fatto di dodici brani che ci guidano tra abissi, timori, paure, sogni abortiti e amori infranti e con questi ci seducono. “È la mia generazione quella che marcisce e nuova poesia agli angoli della tua stanza fiorisce”, cantano in Generazione, sottolineando che è proprio in quella desolazione “che si trova la bellezza” (Inverno). Forse semplicemente fanno loro l’insegnamento di De Andrè che diceva “dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior”.

“Qui nel baratro tutto bene” è un disco che conquista, con il suo sound ricco di riferimenti legati alle diverse esperienze dei componenti della band, che attraversano energicamente tutti i brani. Avida si presenta con un basso che non lascia scampo, Chimera invece solletica la nostra immaginazione portandoci dal baratro fino al paradiso, dove si affacciano cherubini col chiodo che strimpellano chitarre celestiali, per poi, come è proprio di una buona chimera, farci nuovamente precipitare.

Les Amants ci racconta della sofferenza che diventa un gioco pericoloso che unisce a doppio nodo le sorti e i respiri di due amanti, mentre Contare ci suggerisce che, per non diventare prede di ansie e paure e mantenere il controllo, una delle poche azioni possibili è appunto contare. In La felicità e Rec & play, la voce suadente di Lara Martelli diventa carezzevole e gioca con gli strumenti come fossero i suoi amanti (riportando alla memoria di nostalgici figli dei fiori scene leggendarie come quella di Jimmy Page in Whole lotta love).

I Brönsøn, dunque, ci convincono con un rock accattivante e sempre valido che non ha bisogno di presentazioni, se non quella della lettrice automatica dell’Intro della prima traccia, che ricorda un po’ lo stile di Annarella Giudici nell’album “Ecco i miei gioielli” dei CCCP. Un progetto che esalta la sperimentazione pura, frutto di un gioco chiamato ”improvvisazione senza obiettivi“, perché è così che nasce questa band: dal desiderio comune di quattro artisti ognuno con il proprio background, di comporre di getto e d‘impulso note, liriche, arrangiamenti.

Ascoltando questo album, ne siamo certi, i veri appassionati potranno rivivere l’atmosfera magica di un rock senza età e di assoluta qualità.

FrankaZappa–ilmegafono.org