La musica che vi stiamo per presentare è quella che forse rappresenta meglio la società attuale e i gusti delle generazioni che la vivono in maniera più diretta. La musica dei Voina, giovane ma seguitissima band proveniente dalle terre abruzzesi, possiede quel qualcosa di musicale in cui moltissimi ascoltatori si ritrovano: è quel sound che si vorrebbe proprio pescare quando si naviga tra le varie frequenze radiofoniche.

La musica dei Voina è una struttura molto moderna, di grande attualità, in termini di sonorità ritmi ed effettistica, strutturata con le macerie del rock anni ‘90 e modellata con altri sottogeneri che hanno trovato molto spazio negli ultimi decenni, come l’alternative, il garage, il grunge, con abbondanti richiami soprattutto al punk-rock. È un musica carica di energia, che analizza qualche esperienza di vita o racconta con sarcasmo e cinismo di consuetudini e stereotipi propri della società italiana moderna. È un sound fatto su misura per le nuove generazioni, un mix di consapevolezza e rabbia per un futuro che presenta, diciamo, più di una incertezza.

Quanto espresso finora a parole lo si può percepire anche acusticamente per tramite dell’ultima produzione dei Voina, uscita proprio ieri, 3 marzo 2017, distribuita dalla etichetta discografica INRI e pronta ad aprire nuovi orizzonti musicali a questa valida band.

Si intitola “Alcol, schifo e nostalgia” ed è il secondo album di ampia durata per la band, il che rappresenta dunque una vera e propria consacrazione. Un lavoro che si estende per dieci inediti in ritmi spesso sostenuti, intrecci di suoni pacati e malinconici che poi esplodono in sonorità più potenti, scatenando la rabbia sonora di cui vi abbiamo accennato precedentemente. Un album solido, strutturato secondo varie sfumature dello stile rock. Un album da ascoltare, dal quale qualunque tipo di ascoltatore potrà trarre qualcosa di veramente gradevole.

Per ascoltare il primo singolo estratto Io non ho quel non so che clicca qui

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Alcol, schifo e nostalgia”.