In questo periodo di crisi, in cui è difficile trovare occupazione, si affacciano sul mercato nuovi tipi di mestieri. Si tratta dei cosiddetti mestieri green, che avranno lo scopo di produrre beni e servizi tramite tecniche che salvaguardano l’ambiente e la natura. I settori interessati sono vari, si va da quelli più tradizionali a quelli più tecnologici, come ad esempio: produzione e vendita di energie rinnovabili, agro-alimentare, turismo, ingegneria, trasporti, edilizia e gestione dei rifiuti. Insomma, il cerchio si allarga anche a quei settori non tradizionalmente legati all’ambiente, ma che comunque seguono la logica della maggiore efficienza e del minor impatto.

Le aziende che hanno investito su questo tipo di progetto hanno visto crescere il proprio fatturato e hanno programmato l’assunzione di 50.700 figure professionali green e 183.300 figure con competenze ambientali. L’obiettivo è quello di creare 20 milioni di posti di lavoro verdi entro il 2020, ciò vuol dire che il 70 per cento di tali assunzioni, destinate ad attività di ricerca e sviluppo, sarà coperto da green jobs.

“In questo periodo di disoccupazione, – osserva Raffaele Maiorano, presidente di Anga-Giovani di Confagricoltura – soprattutto giovanile, occorre puntare sui settori economici che hanno mostrato, come quello agricolo, di reggere malgrado la crisi. Nonostante la congiuntura economica, ad esempio, tra 300 e 500 mila persone vengono assunte ogni anno dalle imprese associate a Confagri e non è un caso che continuino ad aumentare le iscrizioni agli istituti tecnici e alle facoltà agrarie. Ma è necessario legare concretamente la formazione con il lavoro”.

Tra i tanti ambiti coinvolti, certamente, ve ne sono alcuni che mostrano una maggiore tendenza alla conversione. Possiamo citare l’edilizia, che ormai richiede progettisti ed esperti di efficienza energetica e personale specializzato nei materiali ad alta coibentazione e basso impatto ambientale; l’agricoltura, dove aumenta sempre più l’importanza del biologico; infine, la gestione dei rifiuti, che necessita di chimici che possano gestire il riciclo.

La green economy, campo in continua crescita, sembra essere un’opportunità per le nuove imprese per cercare di far fronte alla precarietà, puntando su innovazione, conoscenza e qualità. Dati ufficiali dimostrano che, già nella prima metà del 2014, molte società hanno investito in prodotti e tecnologie verdi e tante altre prevedono di farlo entro il prossimo anno. 

Veronica Nicotra -ilmegafono.org