Una carovana musical-circense che ha girato Italia e Spagna, collezionando già 300 concerti, live che diventano spettacoli unici grazie a un’esplosione italo-argentina di sonorità mischiate e di colori: stiamo parlando degli España Circo Este che, il 16 gennaio scorso, hanno pubblicato il loro primo full-lenght dal titolo “La revoluciòn del’Amor”. Una rivoluzione che, con ritmi reggae e seducenti, ci porta a combattere da ribelli nell’unica forma di lotta ancora possibile, quella dell’amore. Esattamente come ci dice il singolo che dà il titolo all’album.

“Margherita mia questa è pura poesia e la dedico a te”, viene da canticchiare solo dopo poche note di questo brano (Margherita mia), mentre il ritmo cresce e il sorriso si allarga e si rimane sorpresi da una fisarmonica romantica e nostalgicamente gitana.

Quelli del Bau Bau è una canzone preceduta da una testimonianza registrata (che chiude la traccia Margherita mia) del grande presidente Pertini, il quale, ricordando la necessità di una giustizia sociale, afferma: “Mi dica, in coscienza, lei può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli ed educarli? Questo non è un uomo libero. Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è libertà. La libertà senza giustizia sociale è una conquista vana”.

Parolieri abilissimi, gli España Circo Este riescono a parlare di padroni e troni d’oro suscitando suggestioni sempre nuove. Nessuna canzone si somiglia: ora il basso, ora una chitarra leggera, le note ci portano in “un paese che più non c’è”, con fiati che sembrano, insieme alla luna, compagni di sbronze e ballate. A fuego lento ci cucinano, brano dopo brano, testo dopo testo e “latinamente” ci sfamano e ci dissetano, placano il nostro bisogno di buona musica in questi tempi moderni.

A un certo punto è il violino gitano a convincerci a non fermarci, a fare ancora un altro giro. In La fame e la sete e Jeky Chaky, la musica si fa ancora più viva e avvincente e poi ci porta a vivere dentro una Città cannibale, dove non è possibile stare tranquilli, dove si può sparire digeriti da intestini grigi e grovigli di strade. Alla fine ci propongono la Democrázya, “che mai ti sazia, l’ultimo antidoto contro ogni disgrazia”. Ma in realtà l’antidoto sembra essere sempre di più questo irresistibile ritmo degli España Circo Este.

Voci bellissime e suoni ancor più belli. Bastano dieci tracce per capire molto di un artista. Questo circo, coloratissimo, fatto di acrobati, clown e pachidermi ciondolanti al ritmo reggae non può che conquistare e lasciarci come bambini con gli occhi estasiati e con il cuore in gola. Faranno strada e faranno ballare e giocare ancora molto e molti di noi. Ne siamo certi. 

Visita il sito (http://www.espanacircoeste.com/)

FrankaZappa –ilmegafono.org

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