Rappresentano il simbolo dell’Antartide e dei ghiacci, sono universalmente considerati animali da basse temperature, riconoscibili per le loro fattezze buffe ed eleganti allo stesso tempo. Quando si parla di scioglimento dei ghiacciai ed innalzamento delle temperature, il pensiero di ambientalisti e animalisti corre subito ai pinguini, gli uccelli marini che popolano l’estremo Sud del pianeta. Uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Siena, guidati da Silvia Olmastroni, responsabile del progetto “Conservazione di un predatore intermedio sensibile ai cambiamenti dell’ecosistema antartico”, rileva che i pinguini possono diventare specchio delle conseguenze che i cambiamenti climatici provocano sull’ecosistema antartico.

Le analisi effettuate in loco con la collaborazione di team americani ed australiani, hanno tenuto in considerazione parametri di riproduttività, conteggi periodici di popolazione e nidi relativi ai pinguini di Adelia, specie scelta per il progetto perché fortemente dipendente dai ghiacci e dunque molto più sensibile degli altri esemplari ai cambiamenti climatici.

Aiutati da tecnologie satellitari, i ricercatori hanno localizzato i punti d’immersione scelti di volta in volta dai pinguini per procacciarsi il cibo, tracciandone i profili dopo aver applicato un rilevatore per un intero giorno ad uno degli esemplari della colonia. Il rilevatore in questione si basa sulla tecnologia GLS (Global location-sensing) e, applicato alla zampa del pinguino senza recare danno, aiuta gli scienziati a monitorare la situazione dall’interno. Altre analisi invece verteranno su aspetti prettamente “organici”: si procederà infatti allo studio di campioni ematici prelevati da alcuni esemplari scelti.

La zona prescelta è stata individuata presso il territorio deglaciato di Edmonson Point, a circa 50 chilometri di distanza dalla base italiana Mzs, nelle cui vicinanze è stata registrata una colonia di tremila pinguini di Adelia.  Gli studi effettuati hanno offerto una visione globale della situazione attuale in Antartide, contemplando sia gli aspetti faunistici che ambientali. Del resto, le abitudini dei pinguini di Adelia sono ancora in fase di studio, che, una volta ultimato, sarà in grado di dare risposte anche più complesse sui cambiamenti climatici in atto. Misurare le abitudini e lo stress ambientale subito dagli animali, infatti, farà accendere (o spegnere, si spera) utili campanelli d’allarme per mobilitare la prevenzione.

 Laura Olivazzi -ilmegafono.org