Ancora una buona notizia ci giunge dalla Calabria, terra dalle mille risorse eppure, allo stesso tempo, succube di tantissimi problemi e criticità. Qualche giorno fa, infatti, presso la sede reggina dell’Associazione nazionale per i beni sequestrati e confiscati alle mafie (Anbsc), il direttore e prefetto Umberto Postiglione, insieme a diversi collaboratori (tra cui il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, e diversi esponenti del comune e della provincia), hanno dato il via all’assegnazione di ben 160 beni confiscati alla criminalità organizzata nel corso di quest’anno.

Da tempo, infatti, la Calabria registra il maggior numero di beni assegnati in seguito alla confisca: 253 lo scorso anno (su un totale di 3.517) e ben 366 fino al mese scorso (su un totale nazionale di 1.778), a dimostrazione di come la procedura di assegnazione vada a gonfie vele in una delle regioni maggiormente colpite dal fenomeno mafioso. L’ultima tornata, che si è tenuta proprio nel capoluogo reggino, ha fatto registrare una richiesta notevolissima: basti pensare, infatti, che nella sola mattinata di martedì 22 novembre, ben oltre 200 manifestazioni di interesse sono state presentate all’Anbsc (tra cui 28 dal Demanio e 25 dalla Regione).

In poche parole, tutto ciò significa che, in seguito al grande lavoro svolto dalle forze dell’ordine e dai magistrati, nella confisca di un bene, lo stesso vedrà crescere il proprio valore grazie ad uno sviluppo importante.

Uno sviluppo, sia chiaro, che stando alla legge Rognoni – La Torre deve avere come finalità quella di tipo sociale: in pratica, il bene confiscato e poi assegnato deve supportare la società, la comunità in questione. È evidente come, considerato che gran parte dei beni non sono altro che negozi ed appartamenti, tutto ciò risulti essere una fonte importantissima di recupero sociale e civile e che la città di Reggio non può che beneficiarne e approfittarne nel miglior modo possibile.

In occasione di questo ultimo evento di assegnazione, a Reggio Calabria, è stato anche presentato un sistema telematico, “OPENRe.GIO”, che permetterà di mostrare agli interessati ogni dettaglio del bene in questione: storia giudiziaria, condizione, importanza a livello urbanistico e così via. Si tratta di un passo davvero importantissimo nel processo difficile e delicato quale è l’assegnazione di un bene confiscato alla mafia. Una bella notizia, insomma, con l’augurio, ovviamente, che tale processo diventi, giorno dopo giorno, diffuso e il più trasparente possibile e che il bene venga effettivamente assegnato e riconsegnato all’intera società civile.

Giovambattista Dato -ilmegafono.org