Nella società odierna, il rischio che ci si dimentichi delle piccole cose che rendono questa vita un po’ meno difficile, e per questo più apprezzabile, è decisamente alto. Sembra che il leitmotif  della nostra esistenza consista nel lamentarci in maniera costante di qualsiasi cosa ci circondi e che non rispecchi esattamente le nostre aspettative, i nostri desideri, le nostre idee, dimenticandoci in realtà di quanto la vita possa realmente diventare dura ed ardua da affrontare.

Come lo è per Alessio e Gianluca Pellegrino, due fratelli palermitani di 24 e 34 anni, entrambi affetti da tetraparesi spastica e che da anni lottano per avere un’assistenza totale e completa, 24 ore su 24. Purtroppo, però, al momento i due fratelli “godono” solo di un totale di 3 ore di assistenza: due offerte e pagate dal Comune di Palermo e una dalla Regione Sicilia. Il comportamento delle istituzioni appare inspiegabile, dal momento che risultano evidenti sia la difficoltà che i due ragazzi hanno nel compiere praticamente qualsiasi azione sia il bisogno effettivo di un’assistenza completa.

Tutto ciò dimostra ancora una volta come la politica sia sempre più lontana dal popolo e dai cittadini, specie quelli con più difficoltà degli altri.

I due fratelli, a dire il vero, un’assistenza h24 ce l’hanno, ma è quella offerta dagli splendidi amici di cui sono attorniati e circondati. In un servizio della trasmissione Le Iene (guarda qui) andato in onda nel gennaio 2016, si evinceva infatti come i due ragazzi, nonostante la malattia, fossero in un certo senso fortunati (e per questo grati) per l’affetto e l’aiuto che ricevono ogni giorno; un affetto, questo, completamente gratuito, che non ha prezzo e che permette loro di continuare a fronteggiare le difficoltà.

Ecco, dunque, quelle piccole cose di cui si scriveva prima, ecco quel che rende questa vita più bella, nonostante le avversità contro cui bisogna andare incontro.

Ad ogni modo, ciò non significa che l’ingiustizia subita possa essere minimizzata. Tutt’altro. Quel che i fratelli Pellegrino chiedono ed hanno chiesto per tanto tempo è il riconoscimento di un diritto unico e inalienabile, un diritto che dovrebbe essere assicurato in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza. A tutti. Perché se per loro vi sono degli amici in grado di offrire aiuto e denunciare (il polverone alzatosi in queste settimane potrebbe portare dei benefici in quanto a risposta da parte delle istituzioni), bisogna ricordarsi, come ribadito da entrambi i fratelli, anche di tutte le altre migliaia di persone disabili che si trovano in condizioni molto difficili, spesso anche più sole e senza voce.

In questo, bisogna ammetterlo, la politica continua a sbagliare e a posticipare quella che è una priorità, una vera e propria urgenza. Ed è proprio a seguito di un altro servizio (guarda) andato in onda su una delle reti Mediaset, due settimane fa, che qualcosa si è mosso: l’assessore regionale al Lavoro, Gianluca Miccichè, che un anno fa aveva promesso di sistemare le cose entro marzo 2016 e che non solo non ha provveduto ma ha anche evitato di incontrare i due fratelli, si è trovato in mezzo a una furiosa polemica e alla fine ha rassegnato le proprie dimissioni perché l’intera vicenda ormai “ha assunto una dimensione mediatica che va al di là dei fatti e che consegna un’immagine deformata” della sua persona e del suo impegno politico.

Qualunque sia l’impegno politico che Miccichè ha perseguito in questi anni e che non ci riguarda, l’ormai famoso ultimo video registrato di nascosto durante una visita dello stesso assessore presso la casa dei due fratelli, il giorno dopo la messa in onda del servizio precedentemente citato, è stato l’ultimo affronto che ha fatto indignare tutti e reso inevitabili le dimissioni: di fronte ad atteggiamenti non prettamente amichevoli o confortanti da parte di chi dovrebbe rappresentare le istituzioni, infatti, non si può far altro che indignarsi quanto più possibile, pretendere un passo indietro da chi sbaglia clamorosamente e continuare a combattere nonostante le difficoltà, perché la realizzazione di un diritto passa spesso da fasi conturbate, sì, eppur necessarie.

Alla luce di quanto accaduto (che passa dalla denuncia di una situazione tragica alla protesta ed alla effettiva dimostrazione dell’inadeguatezza di alcune istituzioni nel risolvere i problemi della gente), tutti noi ci auguriamo  essenzialmente due cose: innanzitutto la massima e totale assistenza nei confronti dei disabili di qualsiasi tipo, come hanno chiesto i fratelli Pellegrino rinunciando a misure speciali rivolte solo a loro; se è vero che non si tratta di persone speciali e che devono essere trattate alla stregua di persone perfettamente abili, è altresì vero che non si possono ignorare certe difficoltà e l’aiuto economico e strutturale da parte delle istituzioni è, in questo caso, imprescindibile.

Allo stesso modo, la politica non può restare inerme dinnanzi a certe situazioni; non è possibile, infatti, che chi di dovere prenda dei provvedimenti solo ed esclusivamente a seguito di atti di protesta, manifestazioni e così via.
Dalle istituzioni ci si aspetta che tali problematiche vengano affrontate in tempo e con le competenze necessarie, non come l’ultimo compitino che non si è mai avuto il tempo di terminare. L’aiuto ai disabili è e rimane una priorità in quanto si tratta di un diritto del cittadino; il resto può anche aspettare.

Giovambattista Dato -ilmegafono.org