Questa settimana spazio a un album duro e crudo, uscito il 1° marzo scorso. Ecco a voi un disco doppio per l’etichetta “Il Verso del Cinghiale”: da una parte I Canide, con cinque brani, e dall’altra i The Great Saunites, che avete già letto su queste colonne tempo fa, con quattro brani. Un concentrato diremmo “doppio” di energia rock. Master e mixaggio sempre di altissimi livelli per un’etichetta piccola ma che sicuramente ci mette sempre il cuore. Uno split album che merita l’attenzione degli appassionati del genere.

Il lato oscuro della forza in questo split si manifesta in due forme essenziali. Da una parte, lato A, i Canide picchiano forte su tutti i pezzi, in particolare su I get the war e I rape you. Impressionanti le schitarrate del caso (con un certo gusto, apprezzabile, per il solo) e la voce che spinge forte nelle cuffie. Nessun riposo e nessuno spazio in mezzo alle parole che disegnano lampi nel cielo scuro di rabbia. Dall’altro lato i The Great Saunites descrivono atmosfere più cupe e profonde, in particolare in Santa Eretna, che si rarefanno nella desolazione di Untitled with Gain.

Il fatto poi che non usino le parole neanche questa volta rende il tutto più intimo e profondo. Qualcosa che non riesce a esprimersi come linguaggio propriamente detto, si aggira nelle casse e lì rimane. A noi il compito di carpirlo e rapirlo per uso strettamente personale. Nel complesso, si incontrano e direi si scontrano, da parte a parte del cd, due gruppi interessanti per le loro peculiarità e la bravura nel maneggiare una musica di non ampissimo consumo al tempo d’oggi. E questo può essere proprio il loro grande limite.

Se nei Canide non ravvisiamo alcuna particolare novità o innovazione, nei The Great Saunites si coglie ora la necessità di un testo. Il tutto non per il nostro particolare piacere, di certo accarezzato o graffiato (a seconda del personale gusto), quanto per la loro diffusione al pubblico. Sei poi di nicchia si vuol restare, avanti, prego, nel mio lettore un posto è riservato. Ma questa sarebbe altra storia.

Penna Bianca -ilmegafono.org