I Guignol sono una band milanese che non scopriamo di certo noi. La loro attività musicale nasce addirittura negli anni ‘90, nel bel mezzo dell’ondata crossover e alternative-rock. Da lì non si sono mai fermati e, pur con svariati cambi nella line-up della band, hanno sempre continuato a produrre lavori di un certo valore artistico, evolvendo e mutando sempre nel contesto del rock alternativo. La loro ultima produzione, che uscirà il prossimo 28 febbraio, è il loro ottavo album. Intitolato “Luna piena e guardrail”, il disco è la manifestazione di una certa vena compositiva molto intensa e di grande qualità.

L’album dei Guignol (che abbiamo avuto ospiti nell’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”), si muove lungo ambientazioni alternative, dentro le quali il post-rock (e tutto quello che ne deriva) prende il sopravvento: si passa da contesti sonori pacati, che potrebbero ricordare anche contesti folk, dentro i quali si annidano in sottofondo sfumature reverberate, arpeggiate o elettroniche, ad altre invece crude e più roboanti che tuttavia non eccedono mai col volume e le sonorità.

La voce velatamente poetica non si snatura lungo le tracce, ma mantiene un andamento costante, che fa un po’ da contrasto alle tendenze noise che si manifestano qua e là tra le canzoni. “La luna e il guardrail”, insomma, è un album piacevole e di ottima fattura ed è anche l’ennesima prova del valore artistico dei Guignol e di una maturità che si avverte in ogni traccia del disco.

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Luna piena e guardrail”